Materiali filtranti: altre tipologie

Materiali filtranti

zeoliti

Le zeoliti sono alluminosilicati e costituiscono una famiglia di minerali con una struttura cristallina molto aperta e canali interconnessi. Le zeoliti hanno impalcatura tectosilicatica con ioni sodio, calcio, potassio e molecole d’acqua in quantità variabile. In natura esistono diversi tipi di zeoliti aventi ciascuno origine diversa.

La struttura delle zeoliti può essere immaginata come un insieme di tetraedri SiO4 e AlO4 legati tra di loro secondo forme geometriche semplici, ma unite a formare unità complesse (catene, anelli o gabbie di bassa energia potenziale). Grazie a questi tipi di struttura e alla loro selettività, le zeoliti sono spesso utilizzate come catalizzatori.

Le zeoliti commercializzate da A&L sono caratterizzate da un elevato potere selettivo e di scambio cationico e possono essere utilizzate per:

  • neutralizzazione di elementi dannosi (es. metalli pesanti e molecole organiche).
  • assorbimento di sostanze osmogene
  • assorbimento di composti inorganici (es. ammoniaca e acido solfidrico) e composti organici, quali i mercaptani
  • depurazione delle acque reflue e fitodepurazione.

A seconda della granulometria del materiale utilizzato, le zeoliti presentano una densità apparente variabile da 750 a 1.000 kg/m3.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni.

Legno di castagno (in diverse pezzature)

Il prodotto è costituito da legno di castagno proveniente da arboricoltura e silvicoltura. Dopo un accurato processo di selezione (i.e. eliminazione di elementi estranei quali pietre, terra e parte di corteccia), il legno di castagno viene avviato al processo di riduzione dimensionale. Il materiale filtrante così prodotto è disponibile in pezzatura variabile da 25 a 130 mm e presenta un’umidità compresa tra il 40 e il 50%.
A seconda della granulometria del materiale utilizzato, il materiale filtrante presenta una densità apparente variabile da 250 a 350 kg/m3 stero. Il contenuto di ceneri è tipicamente inferiore al 2%.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni.

Corteccia (in diverse pezzature)

Il significato del termine cambia secondo l’accezione. Nell’accezione solitamente utilizzata nel gergo comune (che risulta però errata da un punto di vista scientifico), per corteccia s’intende lo strato più esterno del fusto (in alcuni casi anche della radice) mentre in Botanica la corteccia è un tessuto parenchimatico esterno, disposto subito sotto l’epidermide nella struttura primaria del fusto e sotto il rizoderma nella struttura primaria della radice. In entrambi i casi, la corteccia può essere definita come l’interfaccia tra mondo ed albero ed ha la funzione di proteggere la pianta dall’attacco di parassiti, malattie e predatori, oltre ad impedire la perdita di liquidi.
Per il trattamento dell’aria, si è soliti utilizzare corteccia di pino, abete, larice ed abete di Douglas avente granulometria compresa tra 5 e 35 cm.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni.

Radici

Questo materiale filtrante viene ottenuto dalla lavorazione meccanica di ceppaie e radici di selezionate specie forestali (solitamente conifere e latifoglie). Caratteristiche importanti di questi materiali filtranti sono la capacità strutturante del letto e la resistenza. Di fatti, le radici sono utilizzate, per esempio (ma non solo), in quei casi in cui è necessario garantire una maggior durata nel tempo del letto filtrante. Oltre a caratteristiche intrinseche del materiale, la maggiore durevolezza è data dal fatto che questo materiale viene fornito con una pezzatura grossolana (generalmente compresa tra 12 e 80 cm), pertanto, tende a consumarsi meno rapidamente rispetto ai materiali filtranti aventi pezzatura inferiore.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni..

Cippato di legno

Il prodotto è costituito da legno di diverse essenze (quali, ad esempio, castagno, rovere, faggio, latifoglia mista) proveniente da arboricoltura e silvicoltura. Dopo un accurato processo di selezione (i.e. eliminazione di elementi estranei quali pietre e terra), il legno viene avviato al processo di cippatura. Il materiale filtrante così prodotto è disponibile in pezzatura variabile da pochi millimetri a qualche centimetro e presenta un’umidità compresa tra il 40 e il 50%.
A seconda della granulometria del materiale utilizzato, il materiale filtrante presenta una densità apparente variabile da 150 a 450 kg/m3. Il contenuto di ceneri è tipicamente inferiore al 2%.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni..

Torba

La torba è un materiale di origine vegetale e si origina in suoli più o meno saturi d’acqua, in assenza di ossigeno e in ambiente acido. Proprio a causa di quest’ultima condizione, il materiale vegetale non riesce a decomporsi interamente. La torba, di fatti, rappresenta lo stadio iniziale della formazione del carbone il cui processo di carbonizzazione si è però interrotto in seguito a grandi sconvolgimenti avvenuti verso la fine dell’Era Terziaria e all’inizio del Quaternario; questi sconvolgimenti hanno riportato il materiale organico, ancora ricco di idrogeno e ossigeno, a contatto con l’aria.
I depositi di torba si trovano in varie parti del mondo, come, ad esempio, solo per citare le più vicine a noi: Islanda, Russia, Irlanda, Finlandia, Estonia, Scozia, Polonia, Germania settentrionale e Paesi Bassi.
I sistemi per classificare le torbe si basano su diversi criteri quali:

  • condizioni alle quali è avvenuta la decomposizione del materiale organico: torbe basse e torbe alte;
  • dimensioni delle particelle: fine (< 0,84 mm), media (tra 0,84 e 2,38 mm) e grossa (> 2,38 mm)
  • composizione botanica: torba di sfagno, torba di carice, torba originate da altre specie vegetali grado di decomposizione che fa riferimento alla scala di Von Post e Bragg. In questo caso le torbe sono classificate secondo un indice (H) compreso tra 1 (torba “giovane”, poco decomposta) e 10 (torba “vecchia”, molto decomposta). Indicativamente, le torbe di più antica formazione risultano essere più compatte, più pesanti e meno porose stato nutritivo: torbe oligotrofiche (povere di nutrienti, come le torbe di sfagno), mesotrofiche (mediamente dotate di nutrienti, come le torbe di Phragmites), eutrofiche (ricche di nutrienti, come le torbe di carice).

Relativamente al trattamento aria, le caratteristiche più importanti delle torbe sono: capacità di trattenere l’acqua (si hanno in questo caso torbe leggere, medie e pesanti), acidità e porosità.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni.

Carboni attivi granulari (GAC)

I carboni attivi sono materiali filtranti che possono essere ottenuti da materiali carboniosi di origine vegetale (in tal caso si parla di carbone attivo vegetale) o minerale (in tal caso si parla di carbone attivo minerale). L’origine del materiale carbonioso ed il processo utilizzato per l’attivazione, attribuiscono al carbone attivo una diversa distribuzione dei pori; pertanto, si possono avere carboni attivi prevalentemente micro-porosi o meso-macro-porosi; la distribuzione e la dimensione dei pori influenzerà, pertanto, la capacità di rimozione delle sostanze. In tutti i casi, il processo di rimozione dei contaminanti avviene prevalentemente per adsorbimento, ossia mediante l’accumulo di una o più sostanze inquinanti sulla sua superficie ed all’interno dei pori. Viene così a crearsi un legame chimico-fisico (attraverso forze di Van der Waals o legami chimici intermolecolari) tra carbone attivo ed inquinanti.
Tra le numerose applicazioni, i carboni attivi possono essere utilizzati anche per la rimozione di inquinanti dalle correnti gassose, come nel caso in cui si debbano rimuovere COV (Composti Organici Volativili).

Il carbone attivo si può trovare in polvere (PAC) o in granuli (GAC); il GAC è quello normalmente utilizzato nel campo del trattamento delle acque reflue, potabili e arie contaminate.

Grazie ai numerosi contatti con qualificati Produttori e all’esperienza maturata, i tecnici di A&L Engineering sapranno individuare caso per caso il materiale filtrante che meglio risponde alle specifiche esigenze del tuo impianto. Contattaci per maggiori informazioni.